“Il pane e la fame dei Sammarinesi – Storia di una passato d’indigenza”
Sarà presentato domenica 20 ottobre alle ore 17, presso la sala Montelupo di Domagnano, il libro “Il pane e la fame dei Sammarinesi – Storia di un passato d’indigenza” realizzato da Verter Casali e curato della Fondazione XXV Marzo.
L’iniziativa si inserisce negli eventi che celebrano il 48° anniversario della nascita della cooperativa Titancoop, socio fondatore della Fondazione XXV Marzo.
Nelle parole dell’autore Verter Casali troviamo le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del libro: “In passato avere un pezzo di pane di qualche oncia era garanzia di sopravvivenza, di mettere qualcosa – spesso solo quello – nello stomaco. San Marino ha conosciuto una forte povertà collettiva fino alla prima metà del secolo scorso, con la maggioranza dei suoi residenti che campavano lavorando la terra per ricavarne il minimo per sopravvivere. Proprio dalla volontà di mostrare che il pane merita una propria storia, perché è la storia pure della fame e della miseria di molti nostri avi, nasce questo libro”.
Il pane, che secondo Olga Carattoni, presidente della Fondazione XXV Marzo, “è ben impresso nella memoria di ciascuno di noi, per il suo profumo, per la sua varietà e perché è anche un’espressione della cultura di un popolo. Abbiamo voluto fornire uno spunto sulla nostra storia per iniziare una riflessione sul futuro che possiamo immaginare in un contesto di globalizzazione alimentare”.
Durante la presentazione interverrà Tito Menzani, Professore di Storia economica e materie affini all’Università di Bologna e all’Università di Modena e Reggio Emilia. Nel suo intervento, a partire dall’analisi storica presentata nel libro, si volgerà l’attenzione all’attualità e al futuro: “Nell’ultimo secolo, è aumentata l’aspettativa di vita, il livello di istruzione, il reddito pro capite e si sono fatti passi in avanti giganteschi contro il razzismo, le diseguaglianze di genere e tanti altri problemi sociali. Eppure, l’opinione pubblica è convinta che si stesse meglio una volta. Il cibo è lo specchio di questo pregiudizio. I prodotti agroalimentari di oggi sono genuini e di qualità, molto più di quanto veniva mediamente consumato in passato. Ma tantissime persone sono persuase che ciò si mangia oggi giorno viceversa nasconda molte insidie. A ciò si accompagna la mitizzazione delle campagne di un tempo, percepite come bucoliche e generose, e popolate da famiglie contadine che si nutrivano di cibi sani. Si tratta di uno dei tanti stereotipi che riguardano l’agricoltura del passato. Proveremo a smontarli, per restituire una più corretta immagine della società e dell’alimentazione in prospettiva diacronica”.
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